Siamo saliti sulle colline – lo chiamano Roero, ma era il Monferrato di Raimbaut. Ci siamo, dopo questi giorni di pianura al sole e asfalto, passare oggi sotto i boschi su sentieri è stato un toccasana. Tanta strada, ma scorre rapida e leggera così.
Mattia, ragazzo serio e capace che ha organizzato a Bra che ci accompagna a piedi fino alla tappa successiva, 18 km dopo.
Aldo, il ristoratore della Antica Torre di Montaldo Roero, la tappa di oggi, e il suo aiutante futuro ingegnere, che ci offrono il pranzo e non vogliono essere pagati, anzi, facciamo una foto col trovatore.
E il sindaco Fulvio, attento e generoso, e Claudia, organizzatrice.
E il signor Nereo, ‘ah, veronesi tuti mati’ e mi racconta del suo amico ingegnere veronese e la canoa e forse ora ha l’Alzheimer.
I signori del b&b che ci ospitano, posto bello con vista strepitosa.
E poi il concerto in un cimitero dismesso, quasi al buio, con un’attenzione che non mi capacito di come si mantenga, le domande, la signora che fatica a camminare che si fa portare a sedersi in prima fila e si gode ogni canto.
Il clarinettista che suona in una tribute band che ci offre la carne tagliata, cruda, e insalata russa e salame locale e un bicchiere di Nebbiolo.
E il signore che arriva tardi ma mi chiede di mostrargli l’arpa, e mi racconta di quand’era giovane e a Montaldo avevano una band con parrucche di stoppia e chitarre elettriche fatte col traforo, a fingere di suonare i Black Sabbath.
E il signor Nereo che mi dice commosso che con la mia passione sono riuscito a far rivivere Raimbaut rendendolo reale.
Se fare il trovatore significa questo, ci faccio la firma.
Accipicchia! Ma che commozione tutto questo interesse! Del resto…..trovalo un trovatore! Ci si emoziona per forza!