Et per darne in parte qualche essempio, egli, nel mostrare la pouertà della capanna di Melibeo, diminuisce quella parola Tuguri di vna lettera, quasi mostrando con essa l’ effetto presente; si come ancora fece, quando volse manifestare il cordoglio di quella Ninfa, che la gratiosa vista del suo pastore era costretta abbandonare; che in quel verso
Et longum formose vale, vale (inquit) Iola,
facendo dal pianto, et da sospiri quasi interrompere il verso, fa proferir lunga quella sillaba, che prima hauea posta breue.
Dipoi volendo mostrare quanto sia veloce il Tempo, lo dimostra col verso composto di molti Datili, che sono piedi atti alla velocità, et a mostrar vn tale effetto, dicendo;
Sed fugit interea fugit irreparabile tempus.
Lassarò hora di dire, come volendo mostrare li Cartaginesi sempre nemici et contrarij a Romani, nel descriuere il sito di Cartagine, pospose a bello studio quella parola, che andaua preposta, et disse;
Italiam contra.
Et volendo dimostrare con quanto silentio la città de Ilio fusse da Greci assalita, lo mostra con vn verso composto di molti Spondei, li quali sono piedi per sua natura atti alla tardità, et alle cose deboli et ociose, dicendo;
Inuadunt vrbem somno, vinoque sepultam;
et infiniti altri, che troppo lungo sarebbe il raccontargli in questo luogo, de i quali l’ opera è piena.
Basterà hora per vltima conclusione dire, che la poesia sarebbe senza leggiadria alcuna, se dalle parole harmonicamente poste non gli fusse data.
@blog che poi non sta parlando propriamente di musica, ma di sillabe lunghe o brevi, o di tipi di piedi (dattili, spondei…) o posizioni di parole. Quindi più del ritmo.
@matz @blog
ai miei tempi si insegnava che la musica era: armonia, melodia e ritmo. In quest'ottica parlare di ritmo è parlare di musica.
@oblomov @blog sì, vero. Polemicavo un po' 🙂