et il seuerissimo Licurgo Re de Lacedemonij tra le sue seuerissime leggi lodò, et sommamente approuò la Musica; percioche molto ben conosceua, che all’huomo era necessaria molto, et di giouamento grandissimo nelle cose della guerra; di modo che i loro esserciti (come narra Valerio) non vsauano di andar mai a combattere, se prima non erano ben riscaldati et inanimati dal suono de Pifferi.
Osseruasi ancora tal costume alli tempi nostri; percioche di due esserciti l’uno non assalirebbe l’inimico, se non inuitato dal suono delle Trombe et de Tamburi, ouero da alcun’altra sorte de musicali istrumenti.
Et benche, oltra li narrati, non manchino infiniti altri essempi, dalli quali si potrebbe maggiormente conoscere la dignità, et eccellenza della Musica; nondimeno, per non andar più in lungo, gli lassaremo, essendo a bastanza quello, che fin hora si è ragionato.
@blog ultima parte di questo capitolo di lodi della musica – ahimè, musica e guerra, che aizza i soldati a suon di pifferi e trombe.
@matz @blog Mi piace moltissimo la chiusura:
Nondimeno, per non andar più in lungo, gli lassaremo, essendo a bastanza quello, che fin hora si è ragionato.
Mi ricorda le didascalie sulle stampe del Mitelli. (Quelle dell'Amanacco del Giorno Dopo, per intenderci.)