Si che non è dubbio, che nella scienza della Musica è più degna la cognitione della ragione, che l’operare. Et quantunque la speculatione da per se non habbia dibisogno dell’opera; tuttauia non può lo speculatiuo produrre cosa alcuna in atto, che habbia ritrouato nuouamente, senza l’aiuto dell’ artefice, ouero dell’istrumento: percioche tale speculatione se bene ella non fusse vana, parrebbe nondimeno senza frutto, quando non si riducesse all’vltimo suo fine, che consiste nell’essercitio de naturali, et artificiali istrumenti, col mezo de i quali ella viene a conseguirlo: si come ancora l’artefice senza l’aiuto della ragione mai potrebbe condurre l’ opera sua a perfettione alcuna.
Et per questo nella Musica (considerandola nella sua vltima perfettione) queste due parti sono tanto insieme congiunte, che per le assegnate ragioni non si possono separare l’vna dall’ altra. Et se pure le volessimo separare, da questo si conoscerà lo Speculatiuo esser differente dal Prattico, che quello sempre piglia il nome dalla scienza, et vien detto Musico.
Et questo non dalla scienza, ma dall’operare, come dal Comporre è detto Compositore; dal Cantare è detto Cantore; et dal Sonare vien chiamato Sonatore.
@blog almeno la decenza di ammettere che senza gli esecutori non si sentirebbe nulla delle meravigliose speculazioni dei teorici. Comunque ammette anche che i due aspetti nella musica sono indissolubilmente legati.