La sofferenza d’amore, che incatena gli innamorati in una prigione più o meno dorata, è stata, è e sarà molto probabilmente rappresentata, cantata e dipinta nell’arte di ogni tempo.
Un vagabondaggio musicale e temporale, partendo dal XII secolo fino alla New Wave del secolo scorso, alla ricerca di musiche che sostengano questa tesi.
Due musicisti che, partendo dal prog come base musicale degli anni più giovani, hanno poi effettuato un lungo e fruttuoso percorso nella musica medievale.
Elisabetta de Mircovich voce, vielle, symphonia, violoncello barocco
Matteo Zenatti voce, arpe, tamburello
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Shiny shiny..
E non me l'aspettavo, non me.
Bravo Severin, mi hai steso
Hai visto che roba?